Santuario Madonna delle Grazie, Cocconato (AT)
Categoria: Affreschi
Luogo: Cocconato d'Asti
Oggetto: AFFRESCO RINVENUTO DIETRO L'ALTARE MAGGIORE (sec. XVI)
Descrizione:
Nel Santuario della Madonna delle Grazie, durante le operazioni di smontaggio e di rimozione dell'altare ligneo dipinto, addossato alla parete del presbiterio e del dipinto su tela, collocato al centro dell'altare, sono state scoperte delle importanti porzioni di intonaco affrescato, le quali sia per la rifinitura particolarmente delicata della realizzazione e sia per la qualità della tavolozza cromatica impiegata, è da attribuire certamente ad artisti provenienti da una prestigiosa scuola ( operanti in queste zone). Le porzioni di affresco databili al Millequattrocento, sono quelle che rimandano ad una scena raffigurante, sul lato destro San Sebastiano, sul lato sinistro San Domenico, in alto un residuo del volto del Padre Eterno, e sulla parte bassa del centro tracce di volti di altri Santi e Sante rivolti verso il centro della scena, punto in cui certamente vi doveva essere raffigurata la Madonna, ma che ora purtroppo, ció che rimane è una porzione sulla quale vi è dipinto un lembo del vestito. La scena risulta di forma centinata, e sul bordo perimetrale vi è dipinta una finta cornice (sempre ad affresco), che ne delimita il contorno.
L'opera risulta incompleta in seguito alla demolizione della parte centrale, dove viene rilevata la presenza di una traccia scavata nella parete stessa di forma quadrata regolare. La traccia è stata eseguita per motivi che non conosciamo, ma fa supporre che per un certo periodo vi fosse addossato alla parete un altare diverso da quello ora presente o comunque una struttura che, per motivi statici, andava murata. Le porzioni superstiti dell'affresco, per cause differenti: esecuzione in modo irrispettoso della traccia sulla scena dipinta e motivi legati ad una forte concentrazione di umidità proveniente dalla risalita capillare, presenta dei problemi non indifferenti di adesione al supporto murario. Questa situazione di degrado, è stata favorita anche dall'addossamento sulla muratura del piano celebrativo dell'altare, avvenuta in periodo sicuramente molto più recente e costruita usando mattoni composti da materiale di coccio parzialmente incoerente, con giunti di malta simile al gesso (componenti, che per natura, tendono ad assorbire sensibilmente l'umidità). Questi fenomeni hanno reso necessario, durante le operazioni di rimozione dell'altare ligneo, l'esecuzione di “puntature” e di cordonature con della malta adatta sui bordi dell'intonaco sbrecciati, ed anche l'applicazione di velinature con carta giapponese e fissativo reversibile su delle parti di intonaco dipinto in forte pericolo di caduta, al fine di impedire ulteriori cadute di preziosi frammenti originali. La superficie affrescata inoltre, risulta parzialmente coperta sul bordo perimetrale da scialbo composto da tinteggiature plurime assieme a sbavature di intonaco a calce, i quali in modo sovrapposto fra loro, nascondono particolari della pittura originali. Sugli affreschi sono state trovate date incise sull'intonaco, una del 1571 (eseguita probabilmente da una coppia unita in matrimonio), e l'altra del 1567 (eseguita da un fedele che ha inoltre inciso anche il suo nome). Sulla parte bassa della scena vi sono inoltre altre scritte che allo stato attuale non è possibile decifrarle.
PROGRAMMA DI INTERVENTO PER IL LAVORO DI STACCO DALLA PARETE E DI RESTAURO DELL'AFFRESCO.
Vista la condizione in cui si trovava l'affresco ritrovato, con le due Soprintendenze competenti e responsabili per la Direzione Lavori, è stato previsto di eseguire uno “stacco” dello spessore di intonaco affrescato e fissato su supporto in metallo.
Prima del distacco dell'affresco è occorso rimuovere delicatamente la struttura dell'altare in mattoni che era presente sulla parte frontale, permettendo cosí di liberare completamente l'affresco. In secondo luogo si è provveduto a pulire la superficie dipinta, per quanto possibile, in modo molto delicato, rimovendo con pennelli di setola morbida i depositi incoerenti dalla superficie e con bisturi a lama intercambiabile lo scialbo presente sui bordi che copriva alcune porzioni di parti originali, recuperando cosí completamente il bordo perimetrale originario. Successivamente sono state applicate sulla superficie cromatica due stesure di fissativo reversibile (Paraloid B.72) diluite in giusto rapporto eseguendo poi una velinatura composta da carta giapponese. Una volta asciugato lo strato, sulla superficie è stata nuovamente applicata una terza applicazione dello stesso fissativo, per poter fissare sulla superficie interessata delle pezze di garzina (crinolino da stacco). È stato poi fissato, attraverso sellerine zincate, con lembi di garzina lasciati liberi nell'operazione precedente, un supporto rigido dello spessore di 3 cm preventivamente preparato, cui avevano la stessa forma delle porzioni di affresco da rimuovere, ma di dimensioni leggermente maggiori, al fine di salvaguardare i bordi dell'intonaco affrescato stesso. A questo punto, l'affresco è stato staccato dalla parete, per mezzo di tecniche specifiche, e trasportato con sicurezza in laboratorio con mezzo adatto per proseguire il lavoro di recupero e di restauro.
Presso il laboratorio l'affresco è stato sottoposto a livellamento e, sul retro, a leggero assottigliamento dell'intonaco, al fine di uniformare la superficie. In seguito è stata effettuata la pulitura, mediante aspirazione dei depositi incoerenti, operazioni queste indispensabili per poterlo fissare con malta a base di calce idrata addittivata e miscelata con inerti selezionati, sia per quanto riguarda la granulometria che il colore su di una struttura in metallo zincato (vedi scheda illustrativa allegata a parte), trattato con vernice protettiva ed anticorrosiva, costituito da scheletro di lame saldate aventi uno spessore di cm. 3,5x0,5, ed una griglia di supporto saldata alla struttura dove è stato ancorato l'affresco stesso. A questo punto l'affresco risultava fissato al supporto, permettendo cosí di proseguire con operazioni di rimozione con solvente della telina e della carta giapponese applicate prima dello stacco, liberando cosí la superficie cromatica.
Le prossime operazioni prevederanno la prosecuzione del restauro, con operazioni di stuccatura, dell'integrazione mimetica con colori ad acquerello.